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al testo di Emanuela Lazzaro
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La pioggia della sera un brivido porta e davanti a me, una voce si ridesta che l'Autunno con sé reca: gocce si infrangono sui vetri orbi, sono sparate da giochi che il vento in un soffio ha ammaestrato. Poi in fondo, nel nero di nubi, lampi taglienti qua e là, dei confini esplorano cielo e colline, i bagliori di guerra oltre il Carso. Sì ricordi? Era il sole a vestire la terra, ieri l'afa tutto ancora appiccicava, la mente e la voce alle ferie. Bello era affondare tra le forme del ceruleo manto invitto, lì dove ora il mio cuore piange la sua bieca illusione, come un'ombra di candela disciolta. |
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